Ispirata
al modello inglese del ‘National Trust’ e al francese ‘Conservatoire du
Littoral’, la Conservatoria delle Coste, istituita nel 2007, ma in realtà nata nel 2004 da un’idea di Renato
Soru, è entrata nel processo di riorganizzazione (la chiamano spending review
ma dalle nostre parti sarebbe meglio dire neolottizzazione) promosso
dall’assessore all’ambiente Donatella Spano, che rimuove il super efficiente Alessio Satta e mette
Giorgio Cicalò, attuale responsabile regionale della Protezione civile (e questo
è già tutto un programma), che dovrà
traghettare la Conservatoria sino alla liquidazione.
Naturalmente
nessuno degli otto dipendenti perderà il posto, ma ad Alessio Satta, oggi 12 Giugno la Giunta Regionale ha
deciso di revocare il suo contratto di direttore esecutivo e di commissariare
la Conservatoria delle coste della Sardegna. Mette in panchina un giovane, che
si è distinto non solo per la sua efficienza ma anche per la qualità degli
interventi, come la bonifica ed il restauro di Mangiabarche o l’attività sull’Isola dell’Asinara, ma nel
contempo nomina un piccolo esercito di piccoli uomini su tutti i fronti
possibili. Alla fine i disastri e le incompetenze costeranno sicuramente di più
dei presunti risparmi, a questo punto sarebbe meglio risparmiare proprio sulla figura dell’assessore all’ambiente: è lei il vero
spreco.
La Conservatoria delle coste triplicava ogni euro di finanziamento della Regione attraverso investimenti e progetti europei. Qui il rapporto dei primi cinque anni di attività: